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Monastero

È possibile effettuare visite guidate al nostro MONASTERO, avente sede in uno storico castello dell'alto medioevo, e al MUSEO DEL SILENZIO.

Verrete condotti nei luoghi interni passando dalla cucina del 1400, dal vecchio refettorio, dal coro del 1600, alla stanza contenente 17 corpi di monache completamente incorrotti e rimasti tali dalla fine del 1700, alla biblioteca antica, sino a giungere al museo del silenzio che risulta essere decisamente innovativo nel linguaggio nonchè nella struttura.

Al fascino del passato si aggiunge la testimonianza delle sorelle che ad oggi risiedono in monastero e che continuano a vivere la profondità, la bellezza del silenzio e della preghiera, e che si rendono disponibili a vivere un confronto con i partecipanti mediante l'esperienza della visita guidata da loro personalmente gestita.

 

 

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Il Museo del Silenzio

Inaugurato nel 2004 risulta essere decisamente innovativo nel linguaggio e nella struttura poichè ruota attorno al silenzio costituente, sin dal 1673, il fulcro di questo luogo.

Il visitatore è invitato ad entrare nel "recinto sacro", che il monastero stesso rappresenta, percorrendo un'esperienza percettiva e conoscitiva, intellettuale ed emozionale, dove la dicotomia tra buio e luce, silenzio e parola, rappresenta la chiave di accesso per leggere il mondo in senso fisico e metaforico.

Il Museo contiene 21 teche al cui interno sono presenti oggetti di uso comune, molto semplici e poveri, che nel momento in cui vengono illuminati emanano tutta la potenza evocativa di una memoria storica che continua ancora dopo secoli ad essere specchio di meditazione rispetto a sette grandi tematiche caratterizzanti il quotidiano della prima comunità monastica:

1. Preghiera

2. Silenzio

3. Disciplina

4. Cucito

5. Farmacia

6. Cucina

7. Lavoro

 

 

 

 

 

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17 corpi incorrotti

Alla fine del 1700 sono stati ritrovati 17 corpi di monache rimasti completamente incorrotti e tali ancora ad oggi. Si presentano essiccati e i lineamenti del viso ancora pienamente espressi.

Ritrovati quando - revocati i permessi per mantenere i cimiteri all'interno dei monasteri - vennero aperti i loculi a parete per trasferire le defunte al cimitero comunale, e non essendoci mai stato intervento umano l'evento è sempre stato letto in chiave soprannaturale. A fronte di ciò - le varie comunità susseguitesi in questo luogo nel corso del tempo - le hanno sempre venerate.

I 17 corpi sono posizionati come un coro in preghiera, come uno stuolo di anime in viaggio, e ad eccezione di due monache sedute a causa dell'eccessivo deterioramento, le altre - invece - sono in posizione eretta sostenute da corde fissate alla parete.

Non godono di condizioni climatiche e igieniche speciali e lo stato di mantenimento è ancora ad oggi sorprendente; conservano tutte le unghie delle mani e dei piedi, altre tutti i denti o parte di essi, e alcune addirittura la lingua.

 

 

Nel mese di dicembre (2021) la troupe di Tv2000, del programma INDAGINE AI CONFINI DEL SACRO condotto dal giornalista David Murgia, ha varcato il cancello del monastero realizzando un'arricchente intervista alla nostra Abbadessa, suor Maria Chiara Annalisa Farfalla, per approfondire il grande mistero racchiuso nella bellezza di queste monache morte al mondo ma ancora straordinariamente viventi.

 

 

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La Cucina Antica

Si tratta di un ambiente trapezoidale, con volta a botte e capitelli, dove è ancora presente la cisterna per l'acqua e dove la maggior parte delle stoviglie in rame provengono da collezioni private in quanto gli originali furono rubati e adoperati per la macchina bellica. Ad eccezione di una piccola minoranza che presenta - ancora - delle cifre incise a conferma dell'appartenenza alle monache delle prime comunità.

Il regime monastico alimentare poggiava sulla privazione: mangiare significava nutrire il corpo tanto quanto era necessario per affrontare la giornata, e non per appagare i desideri della gola. Si trattava di un segno tangibile di scelta di vita spirituale che motivava anche la negazione della carne che era lecito farla mangiare solo alle monache anziane e malate. Il pesce - invece - era molto utilizzato anche grazie alla vicinanza del fiume Fara. Uova e latticini erano consentiti, il pane era sempre presente insieme ad un'altra costante data da due zuppe quotidiane, una di legumi e una di ortaggi, che scandivano l'unico pasto giornaliero che avveniva nel primissimo pomeriggio.

 

 

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La Biblioteca S.Maria della Provvidenza

Fu il Cardinale Barberini a dare vita al fondo librario del Monastero da dopo l'entrata in vigore delle Costituzioni del 1678; le monache chiedevano i libri che desideravano leggere e lui glieli procurava come è deducibile dalle lettere conservate nell'Archivio storico del monastero. Da allora - nonostante il bombardamento del 2 aprile 1944 - il patrimonio bibliografico è stato sempre gelosamente custodito e aumentato grazie alla sensibilità delle monache.

Attualmente il Fondo antico è composto da circa 2.000 volumi di carattere devozionale e spirituale con una evidente predominanza per le vite dei santi - sia maschili che femminili - quali esempi da imitare. Su molti di essi è riscontrabile la sigla "Libreria Comune di Santa Maria della Divina Provvidenza" a conferma che fin da subito le monache avevano allestito una libreria che determina - ancora ad oggi - il nome della stessa.

 

 

 

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San Giuseppe

Nelle cronache del passato emerge la grande devozione che le monache rivolgevano a San Giuseppe. In particolare si recavano davanti a questa statua del 1700 - dono in cartapesta del Cardinale Francesco Barberini - per affidare al "Patris Corde" le loro necessità. Ed era possibile constatare che la grazia era stata accordata perchè il volto della statua diveniva improvvisamente rosso.

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

O San Giuseppe, la cui protezione è così grande, così forte, così sollecita davanti al trono di Dio, ti affido tutti i miei interessi e i miei desideri.

O San Giuseppe, assistimi con la tua potente intercessione, e ottieni per me dal tuo Figlio divino tutte le benedizioni spirituali attraverso Gesù Cristo, nostro Signore, di modo che essendomi affidato al tuo potere celeste possa offrire il mio ringraziamento e il mio omaggio al più amorevole dei padri.

O San Giuseppe, non mi stanco mai di contemplare te e Gesù addormentato tra le tue braccia; non oso avvicinarmi mentre Egli riposa accanto al tuo cuore. Stringilo in nome mio e bacia il Suo capo per me, e chiedigli di restituire il bacio quando sarò sul letto di morte. San Giuseppe, patrono delle anime che stanno per morire, prega per me.

 

 

 

 

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