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Cosa si intende per archivio?

L'Archivio fin dal mondo antico costituisce la più autentica registrazione della memoria di un popolo. Il concetto di Archivio è implicito in quello di Civiltà: da quando l'uomo si è costituito in società ha sentito il bisogno di tutelare la propria memoria storica e quindi la propria identità. Il motivo per cui si conserva un archivio è dunque la memoria.

Il termine archivio ha sempre una duplice accezione, poichè indica sia il complesso documentario sia il luogo fisico, i locali di conservazione.

L'Archivio è ormai ufficialmente un "bene culturale", non perchè conserva tutto, "ma perchè rispecchia, nella conservazione e nell'eliminazione, i criteri e i valori di una data cultura - limitata nel tempo, nello spazio, e addirittura nelle classi e nei ceti - la quale ha voluto cancellare le vestigia di azioni prodotte a volte da essa stessa o da altre, in quanto le considera, per ogni elaborazione ispirata ai propri modelli, o irrilevanti, nell'ipotesi dell'eliminazione ingenua, o nocivi, nella soppressione cosciente di atti divenuti testimonianze opposte ai propri convincimenti". (Mario Stanisci, Elementi di Archivistica, Udine, 1982)

L'Archivio è quindi una lente deformata, non uno specchio fedele; i documenti d'archivio costituiscono una testimonianza storica loro malgrado: ma vanno però analizzati ed interrogati correttamente, affinchè "l'intelligenza trionfi sul dato" e le fonti documentarie ci dicano più di quanto volevano farci sapere. In questo senso assume importanza il "mestiere dell'archivista".

 

 

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Storia dell'Archivio del Monastero

La formazione dell'archivio del nostro Monastero risale al 1673-78. Evidentemente già a quel tempo avevano chiaro cosa significasse allestire un archivio e l’importanza che esso rivestiva per l’Ente per cui si allestiva, in questo caso il Monastero delle Solitarie Scalze di Santa Chiara: parte fondamentale per la storia del Monastero.

Il Cardinale Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII e fondatore del Monastero e il P. Giovanni di Santa Maria, Alcantarino e Ministro Provinciale della Provincia di Napoli, sono i primi a conservare e ad insegnare alle monache a conservare i documenti.

Il materiale non è stato mai disperso anche se più di qualche cosa potrebbe essere stata regalata per riconoscenza o bruciata se le monache ritenevano che non dovesse servire più, come è il caso della Regoletta delle Sorelle Marte, di cui sono state bruciate tutte le copie quando nel 1932 sono state riscritte le costituzioni e la figura delle Marte è stata incorporata tra le Marie diventando una sola comunità.

Oppure un Cabreo con le proprietà del Monastero che per fortuna ci è stato riconsegnato l’11 agosto del 2004 dal Prof. Tersilio Leggio e che la sua famiglia aveva acquisito nell’archivio familiare forse perchè il padre del professore era il cardiologo della comunità monastica di Fara.

Giampietro Tanteri, altro esempio, ha un quadretto antico in paglia con il retro foderato con uno stralcio della Regoletta delle Marte.Neanche la soppressione del 1870 è riuscita a distruggere o portare via i documenti visto che nonostante gli sforzi del regime per far chiudere questo monastero.

L’Archivio è stato sistemato e inventariato nel 1993 dal prof. Vincenzo di Flavio (terminato il 1 agosto 1993) per richiesta di sr. M. Beatrice Mistretta, in quel tempo abbadessa.

Nel 2005 è diventato anche archivio storico, tappa importante per noi.

 

 

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Struttura e fondi dell'Archivio

La tipologia della documentazione presente nell’archivio del nostro monastero è costituita da volumi manoscritti, volumi a stampa, carteggio manoscritto, fotografie, tavolette in legno.

La maggior parte della documentazione risulta essere in latino ed italiano.

Non sappiamo chi abbia provveduto a stilare il primo inventario di quanto si possedeva, ma certamente si può calcolare che esso va dagli inizi fino all’anno dell’inventario che è del 1689.

I documenti partono dal 1519 al 1830 per quanto riguarda la parte antica e poi di seguito dal 1830 ai nostri giorni. Si potrebbe dire che i fondi sono 7 perché esso contiene:

 

1 – I beni Chiavelloni dal 1612-1668 acquisiti perché diventarono possedimenti delle eremite.

2 – Alcuni documenti d’archivio del Monastero delle Terziarie Francescane di S.M.del Soccorso di Fara in Sabina, arrivato a noi grazie a don Agostino De Venanzio, sacerdote della nostra Diocesi, che ha creduto opportuno che fossero qui conservati. I documenti vanno dal 1643 al 1839.

3 – Alcuni documenti degli Alcantarini della Provincia di Spagna e Napoli che probabilmente riguardano le Eremite che vanno dal 1642 al 1679.

4 – Tutto ciò che riguarda il nostro monastero dalla fondazione ai nostri giorni.

 

 

 

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